La svolta alla crisi del mercato editoriale doveva arrivare grazie ad internet e al digitale. Ma è stato davvero così? L'editoria digitale ha davvero rivoluzionato il settore?
Il libro fisico, rispetto alla digitalizzazione, sta mostrando una resistenza maggiore rispetto ad altri supporti fisici, dalle riviste ai quotidiani, ai CD per la musica. Questo perchè, per molti lettori, il libro ha un valore “affettivo” e culturale. Quindi, il mercato ebook sta crescendo meno di quanto era stato ipotizzato?
Negli Stati Uniti, secondo i dati diffusi recentemente dall’AAP, l’Associazione Editori US, dopo uno stallo nel 2013, che aveva addirittura fatto parlare di esaurimento della spinta digitale, nel 2014 l’ebook è cresciuto del 4,7% nel mercato trade (ndr trade è il mercato librario della narrativa, della saggistica e della varia, e non include i libri scolastici e professionali). A valore, in US, nel 2014 l’ebook ha rappresentato il 22% del mercato (più precisamente, il 27,2% del mercato trade nei libri per adulti, il 12% del mercato dei libri per bambini e Young Adults). Probabilmente anche un po’ più del 22% includendo il self publishing, che i dati dell’AAP non misurano.
In UK, secondo i dati dello Statistics Yearbook 2014 dell’Associazione Editori del Regno Unito, la crescita dell’ebook nel 2014 è stata del 6,8%, e adesso vale oltre il 10% del mercato a valore per gli editori trade. Inoltre, rappresenta il 17% se non si considera solo il trade, ma anche l’accademico e professionale, mentre secondo Nielsen l’ebook conta il 50% delle vendite di fiction.
In Italia, come peraltro nel resto dell’Europa continentale, il mercato ebook è partito in ritardo rispetto ai mercati anglosassoni. Nel 2014, nel nostro Paese, l’ebook è cresciuto a doppia cifra, ma meno di quanto si ipotizzava, e solo nel 2015 probabilmente arriverà al 5% del mercato.
Cifre non così rivoluzionarie come ci si aspettava. Il punto per molti esperti del settore è che gli amanti della lettura pur passando all'ebook non abbandonano il libro di carta. Leggono entrambi.
Una larga fetta delle vendite ebook arriva dal self pubblishing. Michael Tamblyn, Presidente e Chief Content Officer di Kobo conta infatti che il 12 percento di fatturato arriva dal 'fai da te'
"Il self publishing per noi uno è dei principali 'editori' in ogni Paese in cui operiamo, in alcuni addirittura il principale. Ci piace perché è un modo per trovare nuove voci, non ancora scoperte dagli editori, e fare nuovi esperimenti. Allo stesso tempo, spesso lavoriamo in collaborazione con gli editori per portare alcuni dei titoli nati col self publishing anche in libreria."
Dei motivi per cui preferire il self pubblishing ne avevo parlato anche io nel mio recente post Io l'ho fatto, voi cosa aspettate?!
Fatemi sapere voi cosa ne pensate.
(Per i dati fonte Il Libraio.it)
Una larga fetta delle vendite ebook arriva dal self pubblishing. Michael Tamblyn, Presidente e Chief Content Officer di Kobo conta infatti che il 12 percento di fatturato arriva dal 'fai da te'
"Il self publishing per noi uno è dei principali 'editori' in ogni Paese in cui operiamo, in alcuni addirittura il principale. Ci piace perché è un modo per trovare nuove voci, non ancora scoperte dagli editori, e fare nuovi esperimenti. Allo stesso tempo, spesso lavoriamo in collaborazione con gli editori per portare alcuni dei titoli nati col self publishing anche in libreria."
Dei motivi per cui preferire il self pubblishing ne avevo parlato anche io nel mio recente post Io l'ho fatto, voi cosa aspettate?!
Fatemi sapere voi cosa ne pensate.
(Per i dati fonte Il Libraio.it)
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