lunedì 8 giugno 2015

Io l'ho fatto, voi cosa aspettate?!


Perchè diventare l'editore di se stesso? In questo post voglio parlarvi della mia esperenzia di self publishing.

Per chi mi conosce sa che ho pubblicato due titoli con Narcissus, Noi ancora una volta e Un insolito natale in Australia. Per i miei due lavori, da considerarsi due capitoli della stessa storia, ho potuto avere il totale controllo sulla pubblicazione. Contenuto, design, prezzo di vendita e i tempi di pubblicazione, sono stati tutti decisi da me. E se da una parte mi ha dato grossa libertà dall'altra ha comportato una enorme responsabilità nei confronti del lettore.

Ed è proprio il contatto diretto con i lettori, senza nessuna mediazione, uno dei pregi, a mio avviso, dell'auto pubblicazione. Non puoi farti schermo dietro il marchio della casa editrice, dietro al fichissimo lavoro di grafica, dietro ai contatti dell'ufficio stampa, il tuo lavoro o piace o non piace, punto. Se nel publishing tradizionale la selezione spetta all’editore, nell’autopubblicazione la selezione la fa il lettore, leggendo, valutando e condividendo le proprie impressioni con l’autore stesso e con gli altri lettori: è quello che qualcuno chiama democratizzazione del settore editoriale. E non mi sembra una cosa da poco.

Un altro punto da non sottovalutare è che il 60 percento sul prezzo di copertina va all'autore nel caso di pubblicazione tramite casa editrice il guadagno dell’autore è nettamente inferiore: dal 10% al 40% (nel migliore dei casi e ammesso che l’editore non chieda un contributo in acquisto di copie).
Il fatto, poi, di poter continuamente aggiornare, modificare, e rielaborare il mio libro senza chiedere il 'permesso' a nessuno è stato un grosso valore aggiunto.  L’autore indipendente può pubblicare la sua opera con chi gli pare, quante volte gli pare (ad es. contemporaneamente attraverso diverse piattaforme di distribuzione), modificarla e rielaborarla quando gli pare e senza chiedere il consenso di nessuno.

A questo punto vorrei farvi una domanda: quante case editrici conoscete che possano promuovervi su Amazon, Apple, Google, Kobo, le biblioteche e i principali ebook store mondiali? Ecco con il self puplishing potete farlo da soli! Ora non dovete fare l'errore di pensare che l'autopluccazione sia solo digitale. Esistono ottime piattaforme come Narcisuss che permettono di abbinare servizi complementari di stampa. Puoi cioè stampare un certo numero di copie e riceverle direttamente a casa. Inoltre puoi anche inserire il tuo libro cartaceo nelle vetrine di Amazon in tutto il mondo, pagando quando stampi e stampi quando vendi...

Per le case editrici il discorso è diverso. Loro si prendono il rischio di accollarsi le spese dell'invenduto, stampando un certo numero di copie in precedenza. Mai dare per scontata però l’efficienza della sua rete distributiva (quali canali raggiunge?), né tanto meno il fatto che l’editore copra per intero le spese di stampa. Hai mai sentito parlare, ad esempio, delle case editrici che propongono all’autore l’acquisto di un tot di copie per amici e parenti e auto-promozione?

Per me l'autopubblicazione è stata una prova importante, ha comportato mettermi alla prova e misurare i miei limiti. Fare gli editori di se stessi non è da tutti, perché bisogna farsi carico non solo delle giuste competenze, ma soprattutto essere consapevoli e lavorare ai propri limiti, mettersi alla prova e spesso cimentarsi con compiti che non sono propri dello scrittore (es. la promozione). Hai la responsabilità nei confronti del lettore che giustamente acuquistando i tuoi libri si aspetta di trovarli privi di errori, ben impaginati, con una bella copertina e di esserne quindi soddisfatto.
E concludo dicendo visto l'impegno e il lavoro che ho messo nei mie due libri posso dire che il self puplishing non è una seconda via, o una scorciatoia ma una opportunità...poi il resto è nei giudizi dei lettori, cioè nei vostri...

Quindi fatemi sapere cosa ne pensate.





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